The Last Days on Mars 2013 La ricerca di vita aliena sta per terminare.
Panoramica: Vincent è un astronauta in missione su Marte e allocato sulla base Tantalus. Un giorno un membro del suo equipaggio individua un elemento che può mutare radicalmente le nostre teorie sull'origine della vita: su Marte esistono batteri attivi. Il dubbio, che rapidamente si traduce in realtà, è che siano molto pericolosi. Le trasformazioni che provocano negli esseri umani sono da incubo.
Commento
Ispirandosi a un racconto di Sydney J. Bounds Ruairi Robinson esordisce a 35 anni anni nel lungometraggio con un film nato vecchio. Correva l'anno 1968 quando sugli schermi compariva The Astro-Zombies e da allora non sono mancati i film in cui un temibile virus (possibilmente marziano) trasformava in zombie innocui esseri umani. Ciò che ci si chiede nell'anno di grazia 2013 è che senso abbia riproporre una storia analoga quando la serialità televisiva ha raggiunto in materia i livelli elevati di The Walking Dead. Anche Steven Seagal ha avuto modo di confrontarsi con i non morti (terrestri) ma almeno há dalla sua un nutrito gruppo di fan ed è pienamente consapevole di star girando b-movies che andranno direttamente in fruizione homevideo. Robinson è invece stato incomprensibilmente baciato dalla fortuna ed ha esordito alla Quinzaine des Realizateurs di Cannes. La prevedibilità del soggetto (appassionati e non capiranno da quasi subito come andrà a finire la vicenda) si associa alla convinzione che basti periodicamente agitare la macchina da presa e far urlare un personaggio, ormai vittima del virus, per tenere viva l'attenzione. Perché attori non di secondo piano come Liev Schreiber e Romola Garai abbiano accettato dei ruoli in questa produzione resta un mistero. Forse non è un caso che non abbiano accompagnato il film a Cannes. Debbono aver letto e interpretato un'altra sceneggiatura e poi visto il film montato. Che lo abbiano infettato gli zombie?